Pomeriggio di Agosto. Una piscina qualsiasi di una provincia italiana qualsiasi. Il solito gruppo di ragazzi che, accompagnati dal prete del posto, va a farsi un bagno per sfuggire al caldo. Nessun problema, almeno fino al momento in cui il prete in questione, Don Biancalani, pubblica su Facebook questa foto.
Don Massimo Biancalani non è il solito prete. Nella sua parrocchia di Vicofaro, in provincia di Pistoia, ospita 15 migranti di fede musulmana, ragazzi che insieme a lui hanno prestato servizio presso la Onlus “Gli amici di Francesco”. Ed è proprio per premiarli del loro lavoro che Don Biancalani gli regala un bagno in piscina, per ringraziarli di aver lavorato come camerieri e aiuto cuochi per una festa organizzata dalla onlus.
È un parroco, Don Biancalani, non nuovo a polemiche. L’anno scorso si era per esempio scontrato col proprio vescovo quando aveva espresso la volontà di far pregare i migranti musulmani in chiesa. «Non basta un piatto di minestra, ma serve anche una relazione tra le religioni» ha detto in una recente intervista a La Repubblica. «Si dovrebbe essere tutti più coraggioosi nell'affermare il valore dell'accoglienza. A Pistoia, su 140 parrocchie, solo 4 hanno aperto le loro porte».
Insomma, Don Biancalani è un prete impegnato. Si potrebbe dire un campione di coerenza visto che applica alla lettera il messaggio di accoglienza presente nei Vangeli, e che non risparmia critiche alla Chiesa, accusata di rimanere chiusa davanti a certe esigenze.
Il post di Salvini e la risposta di Forza Nuova
Passa qualche giorno ed arrivano le reazioni politiche. Matteo Salvini, leader della Lega Nord ed europarlamentare quando si ricorda, non perde occasione di pubblicare su Facebook la sua indignazione. Il problema è che non si capisce che cosa infastidisca Salvini delle foto pubblicate da Don Biancalani, accusato di essere anti italiano perché antirazzista ed antifascista.
Basta scorrere la pagina Facebook di Salvini per notare che si attacca a qualsiasi notizia che coinvolga extracomunitari e migranti al solo scopo di gonfiare i numeri dei suoi account social. I 15 ragazzi di colore, portati in piscina da un prete, farebbero gola a qualsiasi populista in cerca di visibilità.
È così che la mandria di scontenti e razzisti da tastiera si mobilita, invade il profilo Facebook di Don Biancalani e lo riempie dei soliti commenti ed insulti. Parole d’ordine “ridacci i 35 euro” e “cattocomunista”.
Ovviamente Salvini non è il solo, nel panorama politico italiano, a decidere di cavalcare questa storia per farsi notare. Il 24 Agosto infatti attraverso il suo Coordinatore Regionale della Toscana, Leonardo Cabras, Forza Nuova attacca Don Biancalani. "per noi il motto Dio Patria Famiglia [è] oggi più che mai valido e di certo non lasceremo questi principi alla berlina di chi, più che alla dottrina cattolica, si rifà alle perverse idee del lobbista Soros".
Radical chic, razzismo anti italiano, mondialismo, ordine naturale. Con queste parole la destra radicale toscana accusa Don Biancalani ed i preti come lui, della perdita di fedeli che la Chiesa Cattolica sta vivendo da decenni. "Ogni popolo” continua Cabras “ha la sua terra ed ogni terra ha il suo popolo, essere contro questa ovvietà naturale significa essere contro l'ordine naturale".
Ma è ora che arriva il bello. Seguendo alla perfezione la tradizione fascista di minacce ed intimidazioni, la compagine di Forza Nuova della provincia di Pistoia, attraverso le parole del Segretario Provincial Claudio Cardillo, annuncia "Visto che don Biancalani afferma di interpretare alla lettera la dottrina cattolica, i militanti forzanovisti assisteranno domenica prossima, 27 agosto, alla S. Messa proprio nella parrocchia di Vicofaro a Pistoia, per vigilare sull'effettiva dottrina di don Biancalani".
A messa con Forza Nuova
Una decina di neofascisti si presenta alla messa del 27 Agosto. Camicie azzurre, polo e occhiali scuri. Con fare silenzioso e minaccioso gli esponenti di Forza Nuova entrato nella chiesa di Vicofaro. Fuori un gruppetto di antifascisti urla e gli tira pomodori. Don Biancalani invece, probabilmente costretto nel suo ruolo di parroco e dai suoi principi religiosi, accoglie i forzanovisti, gli stringe la mano ed invita alla calma.
L’omelia inizia, Don Biancalani si scusa per la caciara mediatica provocata, sembra pentirsi delle sue azioni. Ma poi inizia a fare ciò che da fastidio a molti: inizia a parlare di politica. Attacca il Governo Gentiloni, la polemica dei 35 euro a migrante, gli accordi tra Stato italiano e leader libici alla base del Decreto Minniti.
"Gesù non fa l'esame del sangue e le porte della Chiesa sono sempre aperte".
Gli esponenti di Forza Nuova si allontanano alla fine della messa. Sono contenti, perché Don Biancalani ha provato, con la sua omelia, di fare politica. "Nessun punto d'incontro, avevamo usato il termine 'vigilare' sulla 'cattolicità' di quanto avrebbe detto Don Biancalani ma non c'è stato bisogno di vigilare, ha detto tutto lui. Fatto sta che lui dovrebbe occuparsi del bene delle anime, e stop."
Qui stava il problema. Non il bagno in piscina, sfruttato da Salvini per qualche like in più, ma il parlare di determinati argomenti in Chiesa. Prendere certe posizioni dall’alto di un pulpito sembra fuori luogo per i neofascisti, che invece sembrano incuranti e compiacenti di tutte le stronzate razziste dette al bar davanti a una birra o con un commento lasciato su Facebook.
Forse alla fin fine è tutta una questione di ruoli. C’è chi interpreta la parte di chi non ha paura di dire al mondo in cosa crede, incurante di correre il rischio di fare figuracce. Chi fa ciò che crede giusto e chi vuole impedire agli altri di farlo. Chi non vuole aver paura e chi invece vuole metterne. Se non si rispetta il proprio ruolo, come fanno i fascisti, si rompono gli schemi. Ognuno col suo mestiere, ognuno che rispetta l’ordine costituito. Sembra proprio che i neofascisti ed i populisti vogliano ricordarci che la prima regola da rispettare è quella di rimanere al proprio posto.
Essere disobbedienti non è mai stato più importante di oggi.
