Dalla penna ed il genio dello stesso fumettista di One Punch Man (di cui è quasi finita anche per questo la seconda stagione), nasce questo stupendo lavoro grafico. Kageyama “Mob” Shigeo è un ragazzino delle medie con poteri psichici estremamente potenti, eppure la sua indole viaggia in tutt’altra direzione. Molto pensieroso e introverso, soprattutto per il fatto di avere poteri che quasi nessuno possiede, si trova fin da piccolo ad affrontare le sfide ed i problemi personali da solo, senza l’aiuto di nessuno, emarginando se stesso pure del fratello, a cui comunque rimane molto affezionato. In questa sua drammatica situazione mentale trova le risposte ai suoi dilemmi grazie a Reigen Arataka, un ciarlatano autoproclamato psichico che diventerà il “sensei” di Mob. Pur non essendo il migliore dei maestri, per Mob egli diventerà il suo punto di riferimento. Questo è quello che succedeva nella prima stagione, arrivando a far crescere il protagonista (ma anche tutti i suoi amici e nemici) attraverso una serie di vicissitudini e avventure contro società segrete e i classici frigoriferi infestati da fantasmi sumeri. Ma ora siamo alla seconda. Veniamo a noi dunque.
Sempre dedicato al suo club della forma fisica, pur non avendo un gran fisico, sempre innamorato del suo primo amore a cui non riesce ancora a confessare nulla, sempre il solito Mob, in realtà non è più quello di una volta. In questa stagione si vede una gran crescita da parte del protagonista che non mi sarei mai aspettato. Piacevolmente la serie si fa vedere come la prima, in maniera rapida (se siete dei tossici come me) e completa. Fortunatamente si è già conclusa, essendo iniziata e finita i primi mesi di questo 2019. Con i suoi 13 episodi e la classica brevità delle serie che piace tanto a me, la storia si può gustare su Netf… no, scherzo. Basta con ‘sto Netflix. In teoria si può vedere su canali che trasmettono serie anime (tipo Crunchyroll in Europa) o più semplicemente sui canali di streaming illegali tipo… no, questo non si può dire. Facciamo i seri.
I broccoli fanno bene, sono buoni per chi li sa apprezzare e non ho ben capito perché vengano citati in maniera massiccia nel cartone. Mi erano rimasti in testa fin dalla prima stagione perché nella sigla originale si sentiva “[…] if everyone is not special, maybe you can be what you want to be […]” e qui poi io capivo sempre “broccoli” (anche perché c’era l’immagine del broccolo che appariva in quel momento). Adesso scopro grazie all’internet che diceva “yorokobi” e che non c’entra nulla con la verdura sopracitata. Significa congratulazioni, gioia, delizia… che in qualche modo è quello che provo mangiando un broccolo. Tutto è collegato.
Vabbè, non ho parlato molto della serie di per sé che non ho molto da dire a parte che l’ho apprezzata quasi quanto la prima stagione. Ma forse sono troppo di parte, anche perché mi piace parecchio lo stile di One, il disegnatore di Mob Psycho 100 e One Punch Man. E non intendo lo stile del disegno (particolare comunque) quanto lo stile nel raccontare storie, più o meno simili tra loro per quanto riguarda le caratteristiche dei loro protagonisti e la loro indole nell'approcciarsi al mondo. Li considero un po’ i Superman meglio fatti, anche perché io odio Superman. E siccome anche il nostro Mob ha dei bei superpoteri direi che il paragone può calzare, a parte che se lui li mostra nella sua piena forma fa paura... quindi è meglio evitare.
Consigliata a chi è piaciuto One Punch Man, a chi ha poteri psichici, a chi crede nei fantasmi, chi vuole essere un ghostbuster e a chi sta cucinando la pasta ai broccoli.
PS: tutte le immagini dell'articolo sono state prese dalla sigla iniziale che è, manco a dirlo, psichedelica.
