Neo Genesis Evangelion: anche gli angeli mangiano le persone

Chi non ha mai sentito parlare di questa serie così pazzesca che tira in ballo scontri con robottoni giganti (classici nella cultura giapponese) e viaggi nella mente di giovani teenager? Se vi siete persi questa opera vi consiglio vivamente obbligo a recuperare perché è una delle serie più influenti e riconosciute nel mondo dell’animazione nipponica.

Evangelion nasce come serie a fumetti nel lontano 1994, diventa un cartone nel 1995 e la storia raccontata è ambientata nel futuro, cioè 4 anni fa. Siamo a Neo-Tokyo 3 ed è il 2015. Sono passati 15 anni da un cataclisma terrestre denominato “Primo Impatto” che ha portato allo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento dei mari, la morte dei Rolling Stone, la scomparsa di interi paesi, una lenta ripresa dell’umanità e ovviamente la sua successiva evoluzione tecnologica: città costituite da grattacieli ribaltabili; oasi nel sottosuolo che sembrano uscite dal film di Metropolis; giganteschi mecha comandati da ragazzini immersi in un liquido simile al brodo primordiale; riunioni militari che avvengono tramite ologrammi (suppongo usino Neo-Skype 8); classici stereotipi di un futuro all’avanguardia (che non avverrà mai, diciamoci la verità). Siccome nulla va mai per il verso giusto, la serie presenta anche dei super nemici chiamati Angeli. Queste enormi e bellissime creature fatte dello stesso materiale con cui venivano fatti i vecchi cellulari Nokia puntano alla distruzione dell’umanità e gli unici in grado di contrastarli sono proprio i ragazzini protagonisti con i loro mecha. Per chi non mastica la terminologia, i mecha sono i robottoni tipo Daitarn 3, i Gundam o Barbra Streisand nella serie di South Park.

Questo in generale è come la storia viene presentata nella prima parte della serie, tra imponenti scontri e intrecci di relazioni familiari all’ultimo litigio. La seconda parte tuttavia prende una svolta mentale pazzesca, sempre più satura di pensieri introversi, viaggi nella mente dei protagonisti e conflitti interiori. Certificato e garantito da Sigmund Freud. Quello che ha reso questo cartone una pietra miliare del genere sono proprio i temi trattati e i riferimenti religioso-psicologici che vengono fuori in maniera sempre più densa con il proseguire degli episodi. Più ci si avvicina al finale e più le vicende rispecchiano aspetti di vita umana “personalizzabili”, nel senso che c’è spesso una libera interpretazione sugli avvenimenti in corso, lasciata volontariamente aperta dai creatori. Quindi ognuno ci può vedere quello che vuole in questa serie, ad esempio io ci ho visto un unicorno. Evangelion ha diviso il mondo in due: c’è chi lo idolatra e chi lo odia. Questo significa che chi lo odia non capisce un cazzo e che la loro interpretazione personale sulla vita fa schifo. Giuro che non sono di parte, è solo che l’unicorno mi ha costretto a dire queste cose.

Gli episodi sono in totale 26, ma va tenuto conto che ci sono anche dei film direttamente collegati con la trama. Molti di questi sono perlopiù remake di quello già visto nella serie, ma quello che deve essere visto come vero capitolo conclusivo è il film The end of Evangelion, dove si riprendono e si concludono tutti i misteriosi quesiti lasciati più o meno aperti. Ma state tranquilli che non vi daranno risposte chiare neppure in questo lungometraggio. Però ci sono delle scene al limite dell’incredibile e battaglie che soddisferanno anche i più patiti per l’azione.

Ci sarebbe il mondo da dire riguardo a questa saga epocale, ma non voglio tediarvi oltre. Servirebbe solo che la guardiate per farvi saltare la testa per aria. Consigliata a tutti quelli che hanno problemi, quelli che vivono sereni e quelli che sono nati da una donna gravida.

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