Tiriamo le somme

 

Busan è un posto assolutamente meraviglioso!

Una metropoli non caotica, dove il traffico non ti fa venire voglia di buttarti da un ponte ogni 2 giorni, costruita intorno alle montagne che si trovano letteralmente in più zone del centro, con delle aree verdi un po' ovunque e con delle spiagge chiare con il mare cristallino... che cosa si potrebbe desiderare di più?

Certo il clima proprio non mi ama, giorni miti si alternano ad altri ventosi e dal freddo pungente, ma qui trascorro i miei migliori giorni in Corea alternando piacevoli escursioni e visite delle zone turistiche (da vedere ce n'è a profusione) a rilassanti momenti in riva al mare.

Come se non bastasse la notte qui è pieno di vita, ed andare per locali porta a tornare in ostello a notte fonda dopo aver tracannato ettolitri di Soju, il liquore che viene venduto per pochi spicci e ti sega le gambe senza che nemmeno te ne accorga.

Raramente durante il mio viaggio mi sono ritrovato a pensare di poter vivere in una città incontrata sul mio percorso ma questa è una di quelle poche eccezioni.

Mi pento di averci trascorso solo 4 giorni per concedere più spazio a Seoul, purtroppo ho avuto consigli di parte che non rispecchiavano i miei interessi e ne ho "pagato le conseguenze" ma ho lasciato questo posto con la promessa a me stesso di ritornarci.

Un piccolo quanto piacevole fuori programma si palesa, la mia amica coreana conosciuta in Giappone si trova in zona, cosa non scontata essendosi trasferita in Australia, quindi posso rivederla e farmi guidare alle bellezze di Sokcho da qualcuno che le conosce molto bene.

Questa tappa è solo ed esclusivamente per chi desidera vedere uno dei migliori parchi naturali di questo paese e per qualche piacevole passeggiata in montagna, per il resto non è nulla di più di una comune città di piccole dimensioni.

Ci sarebbe poi una piccola peculiarità ma che, francamente, è impossibile da cogliere per chi non è del posto; qui infatti vi è un piccolo villaggio dentro la città costituito esclusivamente da nord coreani che si sono ritrovati fuori dal paese quando i confini sono stati chiusi, poche migliaia di anime separate dalla loro terra e dai loro cari per l’ennesimo conflitto privo di senso.

Ma non è tempo e luogo per questo discorso, è il momento invece di reinfilare per la prima volta un paio di scarpe dopo un mese e mezzo (grazie ancora India per avermi regalato questa simpatica infezione al piede) e andare a camminare finalmente in mezzo al verde e godere appieno delle bellezze che mi circondano.

Tutto bello tutto meraviglioso, se non fosse per un vento forte e gelido che mi accompagna per tutta la giornata, strappandomi letteralmente gli occhiali dalla faccia mentre cercavo riparo e lanciandomeli in mezzo al bosco; la fortuna vuole che una gentilissima ragazza malese dotata di una vista migliore della mia si trovasse con me in quel momento, potendole così delegare la ricerca che altrimenti da solo non avrei potuto fare.

Ricerca fruttuosa per altro che la sera stessa ripagherò offrendo la cena, mai una scatola di pollo fritto piccante fu più meritata di questa!

Almeno la vista dalle cime (2 quel giorno) mi ripaga dei disagi e del freddo subiti, non posso che essere prodigo di elogi verso il paesaggio di queste terre assolutamente degno di essere visto da tutti coloro che amano la natura.

Dopo 3 giorni però non è rimasto nulla di nuovo ed è ora di muoversi verso Seoul; la capitale mi è stata decantata da molte persone quindi ho deciso di lasciarle più tempo di quanto avessi inzialmente preventivato.

Ora mi tocca un discorso un po’ complesso e che dovrete cercare di soppesare bene perché non vorrei risultare eccessivamente negativo o positivo.

Seoul è bellissima ma non c’è assolutamente nulla da vedere.

Sembrerebbe un controsenso ma c’è una spiegazione logica in questo: sostanzialmente è una città moderna, piena di vita, dove ogni giorno c’è un qualche evento che merita di essere visto e la notte offre locali per ogni genere di palato ma, come per la maggior parte dei posti in cui sono stato, è scarna di cultura e di tutte quelle cose che ti fanno venire voglia di perderti per le vie del centro.

Da scoprire c’è poco, veramente troppo poco per quello che mi sarei aspettato, non si va oltre al parco o al tempio e, più di tutti, stona il fatto che praticamente qualsiasi negozio sia una catena in franchise, raramente vi imbatterete nella piccola bottega artigianale, qui tutto è standardizzato da un gusto della popolazione che li porta a seguire ciecamente le mode (parole dette da coreani stessi, non mie) e che fa perdere drasticamente di fascino il mondo che mi circonda.

Sono comunque felice di essere stato qui, ho assistito alla fioritura dei ciliegi, ho riabbracciato la vita fatta di confort, servizi e tecnologia (dopo 5 mesi nel terzo mondo fidatevi che vi troverete a desiderarla molto spesso) e ho conosciuto alcune persone tra le più significative di tutto il mio viaggio... però se dovessi consigliare Seoul a qualcuno lo farei solo con le dovute premesse.

Purtroppo un altro mese è passato (di già?!?!?!?) e il mio volo per Bangkok è prossimo, si torna in Thailandia per Songkran, la festa di fine anno locale! 

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