Quando mi fermo a riflettere rimango basito dalla molteplicità delle sfumature intellettuali e di come, gira e rigira, tutto si interseca, si ripete e dipana in un groviglio di Storia che procede e acchiappa tutto. Dall'arte, alla musica, alla tecnologia, per arrivare addirittura al meteo. Non ci sono più le mezze stagioni, è banale ma pure vero. Non esistono più i concept album, le grandi ideologie che infervorano gli animi, la meraviglia tecnologica si consuma con gesti meccanici, è finita la favola di internet libera menti, il futuro che diventa minaccia e non più speranza, dove sono le correnti letterarie? Dove quelle artistiche? L'uomo al centro, solitario e allo stesso tempo conformato, parametri comuni creano tante piccole categorie, ma solo apparenti. Frammentazione sociale, nazionalismo, rivoluzione tecnologica, meno diritti, credenze religiose che si insinuano anche nelle stanze del Potere; insomma, siamo tornati al primo '900, l'alba della Prima Guerra Mondiale. La NATO ha appena compiuto 70 anni, eppure, con le dovute differenze storiche, questo parallelismo mi suona proprio concreto. Però con un enorme differenza: non ci sono contrapposizioni ideologiche o grandi temi sul tavolo del dibattito, ma siamo divisi innanzitutto in due grandi gruppi: i consapevoli e gli ignari. Poi, tra i consapevoli, ci sono varie teorie che però non trovano sbocchi collettivi perché espressi e abbracciati da strati sociali di estrazione differente: il povero può trovarsi in accordo con un medio-alto borghese, o comunque avere anche delle divisioni ma comunque un dialogo; i loro mondi però non si intersecano dalla parte della stessa barricata e francamente chi ha di più non è disposto a metterlo a rischio per un utopia inesistente. Il pessimismo aleggia nelle menti dei consapevoli, non abituati però ad autodeterminarsi perché schiavi delle vecchie briglie con le quali siamo cresciuti; abbiamo preso a calci definitivamente il cattolicesimo, abbiamo un senso critico ma rimaniamo aperti al futuro, quando cerchiamo di lottare anche nelle piccole cose ci ritroviamo in una solitudine deprimente; se poco poco usiamo un linguaggio un tantino più forbito veniamo quasi tacciati di mostri; siamo gli educati, i gentili, quelli che non vedono il proprio interesse personale ma il risultato di squadra. O quantomeno ci provano. Altri hanno mollato il colpo, si sono arresi, altri ancora vivono nel continuo limbo di compromessi che lo uccide giorno dopo giorno. Sognatori ormai sopiti.
Circondati dalla violenza verbale quotidiana, la cronaca nera che avanza a braccetto con il porno, guerre, piani militari e tecnologia militare sempre in cerca di finanziamenti, nel proseguimento delle logiche del secolo scorso; non ci sono più gli Imperialismi, ma tante guerre che si animano in nome di qualche dio che tanto è sempre di moda. Anzi, la Guerra Santa è sempre in voga perché non è di moda mai.
Ho perso il filo, abbracciamoci.
