Negli ultimi giorni ritorna a farsi sentire la spaccatura, che ormai esiste da anni, tra pro e anti vaccinazione infantile. Non a caso se mentre a Bologna una bambina di solo un mese muore per via della pertosse, sui social network spopola l’ennesima campagna a sfavore delle vaccinazioni obbligatorie.
Non ci stancheremo forse mai di ripeterlo ma, con l’avvento dei social network, si è espansa a macchia d’olio una malattia che purtroppo non conosce antigene: la superficialità. Non mi sento titolata per usare termini come “ignoranza”, ma rimando alla conversazione avuta con il Dott. Salvo Di Grazia in merito alla facilità con cui autodiagnosi e bufale mediche qualche mese fa.
Facendo un quadro generale, e ringraziando Airi Ricerca, attualmente l’informazione italiana sulle vaccinazioni non sembra molto limpida. Sicuramente un genitore, messo di fronte alla scelta di vaccinare o meno il proprio figlio, ascolterà sì i pareri di pediatri e conoscenti, ma purtroppo si affiderà anche ad internet, cadendo così in un ginepraio di pareri contrari.
Generalmente eviterei di inserire pareri personali su un tema così scottante ma, viste anche delle esperienze personali che mi hanno purtroppo fatto conoscere il problema vaccinazioni ben prima della sua esplosione a livello mediatico, non posso evitare di sottolineare una cosa. Siamo liberi di scegliere per noi stessi la terapia che riteniamo opportuna, sia essa riconosciuta o meno, tuttavia in questo caso non dimentichiamocelo: c’è la vita di qualcun altro in gioco. Quindi, qualora siate genitori indecisi, prima di prendere decisioni avventate vi invito a visitare il sito vaccinarsi.org per capire in modo abbastanza completo cosa comportano le vaccinazioni.
Chiudendo la parentesi, Nastorix nasce come rivista davvero informativa, pertanto abbiamo deciso di lasciare la parola a un esperto, il Dott. Giuseppe Cardillo, laureato in Chimica ad indirizzo biologico, Dottore di ricerca in Scienze Biotecnologiche (e padre di tre splendidi bambini). Vi riportiamo integralmente l’intervista che ci ha gentilmente rilasciato, benché le battute superino la media dei nostri articoli, ma lo facciamo come scelta volontaria per dare modo a chi davvero vuole essere informato di poterlo fare, in modo corretto, preciso e completo.
In modo da chiarire la situazione a chi come noi è un “profano” della biochimica e della medicina, potresti spiegarci come agisce un vaccino?
I vaccini funzionano stimolando i meccanismi naturali di difesa che il nostro organismo usa contro le infezioni. Tutti i giorni veniamo a contatto con batteri, virus, funghi, protozoi presenti nell’ambiente o nelle persone che vivono vicino a noi. Quando una persona viene infettata da un microrganismo, il sistema immunitario mobilita le sue difese contro questa aggressione. Se ha già sconfitto in passato questo microrganismo, l’infezione viene sconfitta senza che neanche ce ne accorgiamo; se è la prima volta che vediamo questo microorganismo, questi causa la malattia con tutte le sue conseguenze. Durante la fase infettiva, l’organismo produce delle proteine, denominate anticorpi, dirette contro alcune parti dello specifico germe, gli antìgeni, e ne conserva il ricordo all'interno di una particolare classe di cellule immunitarie: le plasmacellule. Il riconoscimento antìgene-anticorpo allo stesso modo in cui una chiave risconosce la sua serratura. I microorganismi, ricoperti da anticorpi, vengono riconosciuti e distrutti dai globuli bianchi. Se ne usciamo vivi, questa memoria immunitaria può essere richiamata in caso di necessità per una protezione futura, anche dopo molti anni. I vaccini lavorano in maniera analoga, con la differenza che la persona vaccinata non ha bisogno di contrarre l’infezione e subire la malattia con tutti i rischi che questo comporta.
La produzione dei vaccini è standardizzata oppure c’è una differenza a seconda della tipologia e del loro metodo di azione?
I vaccini sono prodotti in diversi modi.
• Attenuazione dei virus: usando questa strategia, i virus vengono indeboliti così che si riproducono con estrema difficoltà all’interno dell’organismo. I vaccini contro il morbillo, la parotite, la rosolia e la varicella sono fatti in questa maniera. Poiché i virus dei vaccini non si riproducono molto, non sono in grado di causare la malattia. Il vantaggio dei virus vivi "attenuati" è che una o due dosi di vaccino determinano una immunità che dura tutta la vita. Il rovescio della medaglia è che questi vaccini non possono essere somministrati a persone con difetti del sistema immunitario (come persone affette da cancro o AIDS).
• Inattivazione del virus: usando questa strategia i virus sono completamente uccisi con sistemi chimici. Sono fatti in questo modo i vaccini Polio-inattivato (IPV Salk), Epatite A, un tipo di vaccino contro l’influenza e il vaccino contro la rabbia. Poiché il virus è morto e non può causare la malattia neanche in forma lieve, questo vaccino può essere dato anche alle persone con il sistema immunitario compromesso. Il “prezzo da pagare” è che occorrono più dosi di vaccino per ottenere un'immunità durevole.
• Utilizzando parti di virus: attraverso le tecniche di biologia molecolare, è possibile ricostruire in laboratorio la proteina virale che stimola il sistema immunitario. Il vaccino contro l’Epatite B e i vaccini contro l’influenza split sono fatti in questa maniera. Possono essere somministrati anche alla persone con sistema immunitario compromesso e, come prima, occorrono più dosi di vaccino per assicurare una protezione che duri tutta la vita.
• Utilizzando parti di batteri: in modo analogo, si possono usare pezzi di batteri. Alcuni causano la malattia producendo una tossina: questa viene inattivata chimicamente (diventa una anatossina) ma conserva la sua capacità di stimolare il sistema immunitario. Sono fatti in questo modo i vaccini contro la difterite, il tetano e i nuovi vaccini contro la pertosse. Per altri batteri, il “pezzo” che stimola il sistema immunitario è una “antenna” che si trova sul loro rivestimento composta da una particolare sequenza di zuccheri e grassi (lipo-polisaccaridi). I bambini piccoli non hanno una risposta immunitaria buona contro questa “antenna” da sola (contrariamente a quanto succede per le proteine virali) e quindi questa “antenna” viene montata su una proteina innocua (vaccino polissacaridico coniugato). Sono allestiti in questo modo i vaccini contro l’Haemophilus influenzae e il nuovo vaccino contro lo pneumococco. Come i vaccini virali inattivati, anche i vaccini batterici possono essere somministrati alle persone con il sistema immunitario compromesso, ma spesso sono necessarie più dosi per indurre una adeguata protezione immunitaria.
Secondo la tua personale opinione è giusto vaccinare I bambini anche nel 2015? Perché?
Sicuramente è giusto vaccinare i bambini che sono in uno stato di apparente buona salute. Di solito, per far comprendere l'importanza della vaccinazione, io faccio questo esempio. Quando io sono nato, nel lontano 1975, le automobili non erano dotate di servosterzo, di cinture di sicurezza, di ABS, di Airbag; i pneumatici non erano così performanti sul bagnato, nessuno aveva i fendinebbia. Se oggi sto scrivendo queste righe significa che sono ancora vivo, ma non mi sognerei mai di portare i miei figli su un automobile non dotata di dispositivi di sicurezza e senza le cinture allacciate (non foss'altro perché se mi ferma la Stradale mi ritira la patente). Allo stesso modo, nel 1975, si faceva solo il vaccino contro la difterite, il tetano e la poliomelite: tutte le altre (morbillo, rosolia, varicella, pertosse, parotite) me le sono prese e non è stato gran che piacevole. Per l'Epatite B mi sono vaccinato da adulto quando ho capito che avrei fatto una professione ad alto rischio di contagio. Il fatto che io sia sopravvissuto a queste malattie non significa che, nel frattempo, non ci siano stati bambini hanno subito conseguenze molto gravi. Prima del 1985 l’Haemophilus Influenzae tipo B causava nei bambini 20.000 casi di malattia grave ogni anno, di cui circa 12.000 casi di meningite e 7.500 casi di polmonite. Nel 1999 ci sono stati 230 casi di malattia da Hib. Durante l’epidemia del 1964-1965 sono nati 20.000 bambini affetti da rosolia congenita: 11.600 erano sordi, 3.580 erano ciechi e 1.800 presentavano un ritardo mentale. Nel 1999 ci sono stati 238 casi di rosolia e solo 8 casi di rosolia congenita.
Parlando di dati, com’è la situazione ad oggi?
Oggi si registra un calo delle vaccinazioni, durante l'epidemia di morbillo del 2002, su circa 40.000 bambini malati, abbiamo avuto più di 600 ricoveri ospedalieri con 15 encefaliti (che causa danni permanenti in circa la metà dei soggetti) e 6 decessi. Forse, la comunicazione più efficace la diede nel 1962 Roald Dahl, scrittore di favole per bambini come Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato: «È davvero quasi criminale non vaccinare i propri bambini contro il morbillo. Olivia, mia figlia maggiore, aveva preso il morbillo quando aveva sette anni. Mentre la malattia faceva il suo normale corso, mi ricordo che le leggevo spesso seduto accanto al suo letto e non ero particolarmente preoccupato. Una mattina, quando lei era già sulla via di guarigione, ero seduto sul suo letto per mostrarle come costruire dei piccoli animali con dei scovolini colorati. Quando voleva provare a farle da sola, ho notato che non riusciva a coordinare i movimenti delle dita. Non era in grado di fare nulla. "Ti senti bene?" Le chiesi - "Mi sento tutta assonnata," disse. Dopo un'ora aveva perso coscienza. Dodici ore più tardi era morta.»
Una mia esperienza personale recente: ho dovuto accompagnare mio figlio al pronto soccorso per un piccolo incidente domestico per il quale necessitava di alcuni punti di sutura. Al pronto soccorso c'era una bambina di 6-7 anni con la faccia a “luna piena”, tipica della parotite. Le ghiandole erano talmente gonfie di pus che è stato necessario inciderle la faccia e drenarle. Mi chiedo: se la bambina avesse potuto scegliere, cosa avrebbe scelto: una vaccinazione di cui non avrebbe serbato ricordo o l'incisione della faccia di sui si ricorderà per tutta la vita?
Saprebbe darci una sua visione del fenomeno? Come mai così tante persone credono che i vaccini possano causare danni irreparabili al bambino? A quali danni fanno riferimento le teorie antivacciniste?
Indendiamoci bene: la vaccinazione è un atto medico e come tale può avere i suoi effetti collaterali, la maggior parte delle quali ampiamente prevedibili ed evitabili (non vaccinare il bambino senza che il pediatra ne abbia accertato l'assenza di controindicazioni; non vaccinarlo se nelle 2 settimane precedenti ci sono stati fenomeni infettivi, influenzali, gastrointestinali; non ripetere le vaccinazioni se si è avuto una reazione allergica all'inoculazione precedente). Altre però non lo sono affatto, perché dipendono da cause genetiche non ancora note. Tuttavia, è giusto dare anche una dimensione a questo fenomeno. Il vaccino più gravato da effetti collaterali è quello contro il morbillo, che causa problemi seri in un caso su due-tre milioni; il morbillo "vero" crea problemi seri in un caso su mille. Il vaccino esavalente causa problemi gravi in un caso su cinquanta milioni.
Per quanto riguarda il rafforzamento del fronte antivaccinista, secondo me le cause sono tante. In prima battuta direi l'involuzione della società civile: invece di progredire nell'alfabetizzazione umanistica e scientifica, si osserva un aumento di persone con scarsa cultura, il che le rende facilmente manipolabili. Un diretto corollario di questa situazione è generato dall'umana vanità e dal narcisismo: io sono più furbo di te, io so cose che tu non sai e sono più informato di te non perché ho passato la vita a studiare ma perché l'ho letto su internet e su YouTube. A molti piace la cultura del complotto, che è una versione moderna del pettegolezzo da piazza del paese, alimentata da molte trasmissioni televisive. Terzo motivo, quello più facilmente comprensibile e soprattutto il più giustificabile e degno di compassione, è che un genitore non si rassegna al fatto che abbia potuto generare un figlio con un ritardo mentale o con una malattia dello spettro autistico (non esiste l'autismo, ma diverse forme di autismo). Sebbene numerosi studi tendano a confermare l'ipotesi genetica dell'autismo, che insorgerebbe a causa di anomalie durante lo sviluppo fetale del cervello, la malattia congenita è vista come un marchio d'infamia per i genitori: ecco che, come meccanismo di difesa psicologica, si scarica la “colpa” su un oggetto esterno: il vaccino.
Quindi le teorie antivacciniste hanno un’origine relativamente recente?
Sì, il tutto nacque nel 1998, quando Andrew Wakefield, un medico inglese, pubblicò un articolo in cui diceva di dimostrare la correlazione tra vaccino morbillo-parotite-rosolia e l'incidenza di malattie quali l'autismo e malattie intestinali. Il lavoro di Wakefield determinò nel Regno Unito un drastico calo delle coperture vaccinali e in numerosi Paesi il mancato raggiungimento di adeguati livelli di immunizzazione, con conseguente aumento dell'incidenza del morbillo e delle sue complicanze. Nella comunità scientifica il lavoro di Wakefield stimolò un'ampia discussione, e già i primi studi scientifici, condotti negli anni immediatamente successivi, smentirono i risultati della ricerca del medico inglese. Nel 2004 il giornalista Brian Deer condusse un'accurata inchiesta che mise in evidenza come la ricerca di Wakefield fosse stata condotta in modo irregolare, con finalità prevalentemente economiche. Nel 2010 Wakefield venne espulso dall'ordine dei medici britannico, mentre lo studio venne ritirato da “Lancet”. Le ricerche scientifiche condotte negli anni più recenti confermano l'inconsistenza della relazione tra vaccino MPR ed autismo. Si scoprì che Wakefield era stato pagato per alterare i risultati al fine di supportare una serie di cause giudiziarie intentate da un avvocato contro le case farmaceutiche produttrici dei vaccini. Inoltre si scoprì che Wakefield aveva brevettato un sistema di vaccini separato per sostituire il trivalente che aveva additato come causa dell'autismo. Tuttavia il danno era stato fatto e ancora oggi ne subiamo gli strascichi.
Quali sono i rischi maggiori che causa la campagna anti-vaccini tanto in voga al momento tra i giovani genitori?
Proviamo con un'immagine. Ammettiamo di vivere in un paese in cui piove sempre: se la quasi totalità delle persone hanno l'ombrello, anche quei pochi individui che non possono permetterselo difficilmente si bagneranno, ma se il numero di ombrelli incomincia a diminuire, ci saranno dei buchi e maggiore sarà il numero di chi si bagnerà. Questa è una metafora di quello che si chiama “Immunità di gregge”: nelle malattie infettive che vengono trasmesse da individuo a individuo, la catena dell'infezione può essere interrotta quando un gran numero di appartenenti alla popolazione sono immuni o meno suscettibili alla malattia. Quanto maggiore è la percentuale di individui che sono resistenti (quelli vaccinati efficacemente), minore è la probabilità che un individuo suscettibile (coloro che non possono essere vaccinati, che non lo sono stati in passato, o per i quali l'immunizzazione è stata insufficiente) entri in contatto con un individuo infetto, riducendo così il rischio complessivo nel gruppo. Le malattie dalle quali proteggono i vaccini sono molto pericolose, anche se pensate che non lo siano (tipicamente con la frase "io l'ho presa e non mi è successo niente"): basterebbe vedere un caso di morbillo complicato per togliervi dalla testa questa convinzione. Ad eccezione del vaiolo, nessuna delle malattie per le quali ci si vaccina è stata eradicata, perciò i bambini vengono esposti ad un rischio grave e ingiustificato. Inoltre, poiché allo stato attuale questi virus circolano ancora relativamente poco, i bambini non vaccinati potranno contrarre le malattie da adulti, con maggiore gravità. Parimenti, non vaccinando fate circolare i virus, per cui con il vostro comportamento metterete a rischio anche la salute di chi, come per esempio un bimbo malato di leucemia, non si può vaccinare.
Ringraziando sentitamente il Dott. Cardillo per il tempo e la pazienza dedicataci mi auguro che, se siete arrivati fin qui, saprete, quando sarà il momento, prendere la decisione che più vi sembra giusta, tenendo ben in mente che la nostra libertà finisce dove comincia quella degli altri.
