Come promesso, eccomi di nuovo a narrare brevemente di vicende lontane, politica, guerre e terrorismo, attraverso l'indignazione della raccolta cellulari di Como. Non sono un esperto, tantomeno mi ergo a voce ineluttabile, per due semplici ragioni: la prima per evidenti lacune di competenze e studi, la seconda perché siamo "Nastorix-chupiti di informazione", quindi il nostro compito non è elargire dettagli e verità, ma fornirvi di spunti per poter riprendere il discorso con occhi diversi, approfondire su fonti autorevoli e testate di buon giornalismo.
Il discorso sui flussi migratori provenienti dall'Africa ha origini antiche, che passano attraverso la storia contemporanea, tra governi fantoccio, dittature, accordi con i Paesi Occidentali ed equilibri strategici per il controllo dei più svariati interessi. L'ultimo grande giro di boa corrisponde con la Primavera Araba, che scatena forti squilibri che vede, tra gli altri, la caduta di Gheddafi. La caduta del colonnello ha ripercussioni notevoli circa gli sbarchi avvenuti in seguito, poiché cade un accordo ufficioso tra il leader libico e i paesi europei, in particolare Italia, Spagna e Francia, per combattere la migrazione clandestina; negli anni 2000 infatti, c'era una selezione attenta dei profughi, molti dei quali venivano rispediti in Libia quando ancora stavano in mare, ed erano all'ordine del giorno le espulsioni di massa verso i centri di detenzione per migranti libici, dove venivano calpestati i più elementari diritti umani. Da allora la situazione politica si evolve di giorno in giorno, i governi cadono sotto la spinta dei gruppi terroristici che cercano nuovi adepti tra le frange dei dimenticati o semplicemente degli esaltati, opprimendo i tanti studenti, avvocati, politici e persone per bene (anche di fede musulmana) che lottano per la democrazia e la civiltà della pace e della fratellanza, ma che sono costretti a fuggire causa violenze e torture cui sono vittime. Il quadro è assai complesso, tra intrecci storici e interessi politici ed economici, ma i saccenti politologi circondano il quieto vivere con le loro ricette che ormai ripetono come un mantra: "Non scappano dalla guerra", "Sono tutti giovani e forti", "Aiutiamoli a casa loro". A questi nostalgici riaffiorano limpide le immagini del glorioso Impero Fascista, gli occhi si illuminano di quel sano orgoglio per la patria e per la civiltà perduta, quando il Dvce definiva i nord africani "Musulmani Italiani della Quarta Sponda d'Italia", ristrutturando moschee, costruendo scuole coraniche e favorendo l'espansione dell'Islam, autoproclamandosi "Protettore dell'Islam" e promettendo "pace, giustizia, benessere e rispetto delle leggi del Profeta", il tutto culminato dalla cerimonia di consegna della spada dell'Islam. Insomma, "Quando c'era Lvi" un cazzo! Partendo da queste frasi fatte, focalizziamoci sui ragazzi che sono approdati a Como, la cui maggioranza proviene da Somalia, Etiopia, Eritrea, e vediamo in breve la situazione in "casa loro".
°Eritrea: dalla fine del 1800 vive continue guerre e tensioni, soprattutto con la vicina Etiopia, che finiscono nel maggio del 1993 in cui diventa indipendente. Si insedia al potere Isaias Afewerki che può vantare amicizie politiche internazionali, molto vicino anche a personalità di spicco italiane che ne favoriscono la permanenza al governo. I motivi andateli a studiare, a noi basta sapere che laggiù non esiste libertà di stampa, non è ammessa l'opposizione politica, così come la libertà di parola; sono abolite le scuole e all'età di 17 anni ragazzi e ragazze entrano nell'esercito; non è possibile uscire dal Paese, non esistono processi e le esecuzioni sommarie sono all'ordine del giorno; le prigioni consistono in container sotto il sole cocente del deserto, per motivi futili si può finire ai lavori forzati; si vive sotto la soglia della povertà in un clima di terrore quotidiano, dove si può sparire da un giorno all'altro. Non sono presenti organizzazioni umanitarie di alcun tipo, salvo qualche sporadico caso, e a noi arrivano le testimonianze dirette dei migranti e di qualche giornalista o medico coraggioso. Però non c'è la guerra.
°Etiopia: ha una suddivisione geografica, amministrativa e politica un po' particolare (che vi andrete a studiare per i fatti vostri) dove il potere dominante è in mano all'etnia dei Tigrini, in contrasto con le altre due etnie di maggior predominanza popolare, gli amara e gli oromo. Proprio quest'ultima etnia è al centro delle attenzioni del governo, che ha respinto con violenza diverse manifestazioni e incarcerato le voci di opposizione a questa violenza; gli oromo sono sostanzialmente una maggioranza nella zona limitrofa la capitale Addis Abeba, eppure non ha nemmeno un seggio in parlamento. Gli oromo sono l'etnia tendenzialmente e storicamente ricca e acculturata, che sta subendo violenze, restrizioni e confische da parte del governo centrale; le uccisioni, le prigionie e le sparizioni sono all'ordine del giorno, così come le violenze. Però non c'è la guerra.
°Somalia: anche qua la situazione politica è assai complessa e ha radici di odio e violenza che partono dagli anni '60, culminata dalla fuga degli americani e dell'ONU nei primi anni 2000. Da allora la situazione è ancora più tesa, con il rafforzamento della cellula terroristica Al-Shabaab che può contare su una forza militare notevole. Inutile dirvi che la storia ve la studiate poi voi nel dettaglio, ma credo che possiate farvi un'idea di cosa possa voler dire subire le violenze di un gruppo di fanatici religiosi, giusto? Violenze sessuali, esecuzioni sommarie, razzie, gole che saltano, sangue che splende sotto il sole. La forza di queste cellule terroristiche sono la fame, il regime di terrore vissuto da alcuni sin dall'infanzia, la paura di ribellarsi da parte della popolazione inerme, la violenza spietata di giovani pronti anche a farsi saltare in aria. Però non c'è la guerra.
°Gambia: piccolo Stato sviluppatosi all'interno del Senegal lungo il fiume di cui porta il nome, fino a pochissimo tempo fa era sotto il regime dittatoriale di Yahya Jammeh dal 1994, anno in cui prende il potere con un colpo di stato. Inutile ripetere le violenze, le esecuzioni sommarie, la mancanza di opposizione, ecc... ecc...finché avviene il miracolo: forte della sua autorità vince continuamente nel corso degli anni le elezioni, ma l'altro giorno incredibilmente le ha perse ai danni del suo oppositore Adama Barrow ed ha accettato la sconfitta, promettendo il passaggio di poteri in un clima pacifico. Che sia l'alba di una nuova speranza per l'intero continente africano?
Vi esorto a farvi un giro in rete per entrare nel dettaglio di queste situazioni così al limite della comprensione, perché le radici sono talmente radicate e ramificate, che diventa difficile anche poter fare un piccolo riassunto; leggere le testimonianze, cercare di ricostruire la storia e gli equilibri politici, non è semplice, ma aiuta a capire e ad immedesimarsi nella situazione di queste persone che non hanno alcuna possibilità se non quella di scappare. Per non parlare del viaggio che sono costretti ad affrontare prima di vivere o morire nel mediterraneo, che spesso dura anni e passa attraverso deserti, ammassati in prigioni e campi profughi, suddivisi in base ad etichette arbitrarie e con il rischio di essere rispediti indietro ogni qualvolta si incontrano con le autorità ufficiali.
Gridare, cavalcare fatti di cronaca, dividere senza fornire spiegazioni o soluzioni è solo il più classico degli schemi ai danni dei cittadini che pagano le tasse e di queste persone per bene, costretti ad essere emarginati nel loro paese d'origine prima e di quello che li accoglie dopo, mischiati ai delinquenti che pure ci sono certo, ma l'integrazione non passa certamente attraverso un foglio di via o il razzismo incondizionato. Tra l'altro le argomentazioni nei confronti dei "clandestini" sono le stesse che sento da più di vent'anni in Lombardia nei confronti di noi terroni, fino all'ascesa del vostro Matteone, che per nascondere gli intrallazzi della Lega e raccattare nuovi voti, è riuscito a riciclare gli stessi slogan cambiando semplicemente bersaglio; e tu, terrone di merda peso della società e del Nord, coccolato da Roma Ladrona, ti sei forse dimenticato di quando si parlava di costruire un muro a Bologna perché già Firenze era troppo al Sud? Nord ai nordici e sud ai sudici? Quindi, non parlare come loro e sciacquati il cervello.
[Illustrazione di Banksy]

Quando a Gionni va che strane cose fa, lui può spostare tutto col pensiero.
E’ timido e sincero, di tutti tutto sa poichè legge nel pensiero.