Black Mirror - Un forte calcio nelle palle

Il 21 ottobre 2016 è uscita sulla piattaforma Netflix la nuova stagione di Black Mirror, serie tv inglese nata dalla mente di Charlie Brooker. La serie si divide in mini film, ognuno fruibile singolarmente senza il bisogno di aver visto stagioni precedenti o altre puntate. L'unico filo conduttore è il titolo Black Mirror, ovvero, lo schermo di televisori, computer pc o altro. Infatti questo prodotto ha l'ambizione di voler raccontare il "lato nero" della tecnologia tramite vari punti di vista, spesso che sfociano nella fantascienza.
In questo articolo analizzeremo l'ultima stagione, quindi non troverete quasi nulla sulle 2 precedenti e, per quanto sia possibile, tenterò di evitare il maggior numero di spoiler possibile.

Spoiler-Alert

Black Mirror è un vero calcio nelle palle, crudele e inquietante; infatti la serie ci mostra spesso un futuro distopico dell'evoluzione delle tecnologie che abbiamo a portata di mano, e di come potrebbero cambiare le nostre vite, e di conseguenza a "possibili" pericoli ad esse legate a cui non abbiamo pensato. Black Mirror tenta di pettinare in contropelo la tecnologia a stretto contatto con l'uomo, facendo uscire tutto lo sporco e tutte le peggiori possibilità di utilizzo di questi accessori. Importante ricordare che alla base della crudeltà, terrore e morte, c'è sempre l'uomo in primis. Infatti non ci troviamo davanti a scenari alla Asimov, dove le macchine si ribellano all'uomo ma, bensì, a come la natura umana riesce a rendere ogni innovazione pericolosa e crudele.

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La terza stagione si suddivide in 6 episodi, inutile dire che alcuni (a mio parere) sono molto ispirati e altri decisamente meno; ma per quanto siamo davanti a qualcosa di estremamente innovativo del panorama televisivo Black Mirror sembra non essere mai completamente maturo e, in qualche modo, non trova una collocazione completamente sua. La colpa sono alcune ridondanze, buchi di trama e, fin troppo spesso, i vari episodi ricordano idee che troviamo in pellicole del grande schermo.

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Episodio 1- Caduta Libera (Nosedive)
La prima storia che incontriamo è ambientata in un futuro non troppo lontano, dove lo stato sociale, ricchezze e altro è quantificato da quanto sei trend all'interno di un social network, in cui più ti avvicini alle 5 stelle più la vita migliora. Ovviamente per raggiungere voti alti bisogna essere molto attivi, caricare foto, status e partecipare alla vita sociale altrui tramite commenti. In questa storia, che finirà ovviamente nel tragico, troviamo un incubo a occhi aperti dove ogni persona è falsamente cordiale e interessata alla vita altrui privando ogni essere umano di emozioni, pregiudizi e sentimenti, che vanno nascosti nel profondo dell'animo. La sensazione di angoscia e ansia è tangibile fin dalle prime scene, dove i sorrisi forzati delle persone diventano maschere demoniache e da incubo (un escamotage che ha reso celebre David Lynch). Purtroppo in questo episodio non si può fare a meno di avere quella sensazione di déjà vu, che io ho riscontrato pensando a Equilibrium, e a molti episodi di varie serie tv.

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Episodio 2- Giochi Pericolosi (Playtest)
In questo racconto troviamo un ragazzo in fuga appassionato di videogiochi, che per motivi economici si ritrova a testare una nuova forma di videogame che utilizza una realtà aumentata a tal punto da vivere il gioco in prima persona. Il titolo che gli viene proposto è un survival horror che scava nei ricordi del protagonista per trovare gli aspetti più traumatici e trasformarli in visioni disturbanti. Anche qui ritroviamo molte tematiche già trattate in altri film come, ad esempio, Stay Alive e eXistenZ di David Cronenberg che spiega bene il confine della tangibilità di un videogame, mostrando che più reale vuol dire confondere realtà con finzione.

Episodio 3- Zitto e Balla (Shut up and dance)
Questo è forse l'episodio che più mi ha colpito, non tanto per la trama, ma per la bravura dei due attori protagonisti: Alex LawtherJerome Flynn. Oltretutto questa storia si sposa perfettamente a un fatto di cronaca nera italiana avvenuta non troppo tempo fa, ovvero, il caso Tiziana Cantone. Questo è  l'unico episodio ambientato nella nostra epoca e con riferimenti tecnologici reali al 100%.
La vicenda ci narra di come un ragazzino bullizzato e tremendamente sensibile entra in una rete di ricatti dopo che il suo computer viene hackerato tramite mallware e, di conseguenza, un carnefice non definito riesce a registrare un video del ragazzo mentre si masturba. Durante la storia del nostro protagonista si scoprirà che lui è legato ad altre persone anch'esse ricattate (vi ricordo che il 95% degli episodi di Black Mirror finiscono riuscendo a capovolgere le situazioni in maniera ben più tragica di quello che ci aspettiamo). Sebbene questa puntata mi abbia colpito molto mi ha ricordato il film Disconnect.

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Episodio 4- San Junipero
Ovviamente se l'episodio precedente è riuscito a colpirmi questo è riuscito a farmi venire il giramento di palle. Non vi dico altro che è una versione di Matrix infiocchettata di buoni sentimenti e amore. Tanto amore, così tanto che non c'è dramma, ma solo amore, infinito amore e arcobaleni. E soprattuto amore.

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Episodio 5- Gli uomini e il fuoco (Men against fire)
Torniamo nella media di Black Mirror, non è ispirato né innovativo, ma piacevole da vedere. Un gruppo militare a cui viene installato un software direttamente nel cervello, chiamato "maschera", viene mandato a combattere una piaga mondiale: un virus che trasforma gli uomini in specie di vampiri. La maschera riesce a far visualizzare ai soldati il nemico a distanza, aiuta il puntamento, possono visualizzare i video dei droni direttamente nel cervello. Questi esseri non parlano e sono violenti, ma non si capisce perché alcuni uomini decidono di nasconderli per salvarli. Senza dirvi altro posso però constatare delle similitudini con Wayward Pine, Occhi bianchi sul pianeta terra, l'orribile Warm Bodies e Small Soldier.

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Episodio 6- Odio Universale (Hated in the Nation)
Siamo davanti a un giallo che decide di andare ad analizzare ben due aspetti del mondo della tecnologia, ovvero l'esigenza del miglioramento di alcune interfacce per la sopravvivenza dell'uomo (quindi un lato positivo) con l'utilizzo della stessa tecnologia per il male. A questo episodio si aggiunge un tema molto forte e contemporaneo (anche qui per alcuni versi ricorda il caso Cantone) ovvero: la gogna mediatica, e di come molti utenti utilizzino questo metodo senza rendersi conto che anche un tweet fatto per scherzo potrebbe essere l'ennesima condanna nei confronti di qualcuno (se volete abbiamo già parlato dei bulli da tastiera in questo articolo: Quando la parola diventa selvaggia).

La mia conclusione è che Black Mirror è una serie coraggiosa, capace di darti un metaforico calcio nelle palle, lasciandoti quella sensazione disturbante e di debolezza. Purtroppo sono contrario alla critica generale che piazza Black Mirror in un immaginario olimpo delle serie tv, perché ad ogni episodio il senso di déjà vu mi pervade.

E ricordate.... so cosa avete fatto!

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