Cesare Battisti: l'eroe dei due mondi contrapposti

Passerella di Salvini vestito da poliziotto, al suo fianco il ministro della giustizia Bonafede: ennesima passerella dei buffoni di corte. Cari popolani, è vostro il potere di queste azioni moralmente indecenti, e francamente mi disgustate.

Non provo alcun sentimento nei confronti di Battisti terrorista, non lo conosco come autore, ma la vicenda negli anni torna sempre a galla, le moda dell'informazione nel mito delle vicende politiche contrapposte, fino all'atto finale dell'altro giorno.

Come da tradizione italica, il popolo sale sempre sul carro dei vincitori, mostrando un giustizialismo al limite della purezza medievale nella condanna estrema, tralasciando qualsiasi tipo di ragionamento o senso di responsabilità nei confronti degli attori principali, delle vicende e delle vittime. Come ovvio, la verità è sempre più complessa dei proclami e averne un'idea limpida e chiara è semplicemente stupido.

Come detto, non provo simpatia nei suoi confronti, che anzi se paragonato al suo omonimo irredentista, diventa addirittura imbarazzante. E non è un caso questo paragone. Le lotte politiche sono mosse da ideali di fuoco, che non ammettono mezze misure, specie quando sono armate. Il Cesare Battisti di inizio secolo è salito sul patibolo fiero, senza il minimo dubbio o rimorso e senza timore delle proprie idee. Altri tempi, altri uomini, altri ideali. Ma anche allora, la parte vincente, ne descrisse un ritratto ignobile, innalzandolo a eroe nazionale al di qua del confine. Visioni politiche opposte. Chi ha ragione? Considerando che fino a pochi anni fa il vento della secessione tirava forte in quelle terre, dove sta la verità? Semplicemente non esiste. Poi il popolo italiano ha la memoria di un pesce rosso, ed ora inneggia il capo della Lega che mostra una serie di cambi di felpe che Arturo Brachetti levati dal cazzo che ora si è pure vestito da poliziotto. Imbarazzante tragicommedia. Comunque, parlavo della contrapposizione dei due Battisti. Confronto impietoso, ma l'animo umano è personale, quindi non giudico, anche perché andrebbe tenuto conto delle reali responsabilità del Battisti terrorista, la cui veridicità è tenuta in piedi dalle parole di un pentito. Un pentito di cosa? I pentiti italiani, che siano mafiosi o meno, sono un ulteriore sciagura mediatica e giudiziaria. Personalmente, non ho una gran simpatia per questa categoria, perché il pentimento trovo sia una conversione intima, personale, e qualora ci fosse veramente, trovo più dignitoso prendersi carico delle proprie responsabilità e saldare il proprio conto. Ho aperto una parentesi enorme, ma nel caso specifico mi riferisco ad esempio ad Arrigo Levi e Piero Ottone, che gambizzarono Montanelli; saldarono il loro debito senza mai tradire i loro compagni, pentendosi e rinnegando le loro azioni violente.

Battisti ha realmente ucciso quattro persone? E' il mandante reale? E' il mandante morale? Nel dibattito odierno, quello da tastiera e da salotti, è irrilevante se non viene inquadrato nel periodo storico in cui si sono commessi i reati, dove una forte tensione politica e sociale ribolliva nelle strade delle maggiori città italiane, da dove sono usciti gran parte dei protagonisti politici degli ultimi vent'anni. E così, con un colpo mediatico e senza nessuna dignità nei confronti dell'uomo, nel senso più ampio del termine, cancelliamo la nostra storia, il nostro passato, le nostre azioni; seppelliamo un decennio di vergogna politica che ha coinvolto un popolo, divisioni che scompaiono nel becero giudizio a posteriori.  E non è un caso se oggi, orfani di quegli ideali, Battisti viene accolto dal primo ministro vestito da poliziotto per l'occasione, il simbolo di una società priva di valori, di ideali e di cultura. Battisti diventa il capro espiatorio ideale per tutti: vecchi comunisti, vecchi e nuovi fascisti, i gialli e i verdi.

 Insomma, niente di nuovo dalla fogna.

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