Decadi - esposizione di poesie

E’ con piacere e riconoscenza nei confronti della direzione che per una volta svesto i panni del “critico” cinematografico per calarmi in una veste autoreferenziale, più autoriale. Ed è proprio in questo atto vagamente (o non vagamente) narcisistico, nel presentare quindi l’evento “Decadi” (un’esposizione di poesie scritte qualche anno fa, che Nastorix ha deciso di patrocinare) che tengo a ribadire il mio odio per la tuttologia e i tuttologi.
Nella mia visione del mondo ha sempre avuto rilevante importanza, volendo strutturare una comunicazione chiara e non disinformante, la suddivisione dei ruoli e la specializzazione. Non di rado si possono ammirare i canali mediatici nostrani propinare “pillole” culturali di cosiddetti esperti, che approfittano della loro posizione privilegiata e dell’autorità acquisita in campo, abbinata alla posizione cattedratica che l’audiovisivo conferisce all’oratore (grazie Pasolini), per indottrinare il pubblico con opinioni disparate. Dalla politica al calcio. Dall’arte pittorica alla società. Dalla musica alla psicologia.
Io mi voglio staccare da tutto questo.
Studio cinema. Parlo di cinema.
Ma al contempo non posso dimenticare di aver votato la mia vita all’arte e al suo studio. E ormai da anni la letteratura è parte preponderante nella mia riflessione. E, oltre ad essere la base per qualsiasi prodotto narrativo (cinema soprattutto), essa mi ha condotto alla maturazione di un’estetica ben precisa. Autori come DeLillo, Hugo, Ginsberg, Ferlinghetti e soprattutto Thomas Eliot (il mio primo amore), hanno segnato i miei interessi e indicato i miei gusti. Sono stati un apripista per le mie passioni e un incentivo alla scrittura.
Grazie a loro ho iniziato a scrivere, e Nastorix, in un atto di stima (reciproca, sia ben chiaro), mi concede una vetrina, una valvola di sfogo tramite la rubrica “Cinema Shot”, nella quale la vena artistico-letteraria che provo a mostrare (i buoni o pessimi risultati sono a discrezione valutativa del lettore) si fonde con l’informazione cinematografica. E proprio per essere coerente a me stesso, l’esposizione che propongo si struttura su diversi livelli sensoriali, che portino cinema, musica e letteratura a compenetrarsi, con il neon come motivo ricorrente. Un elemento estetico a me tanto caro che si è eretto ad elemento portante del mio esordio su Nastorix e ad una tesi di laurea in divenire.
Ed è facendo tutte queste premesse che riporto la lettera di presentazione ufficiale dell’esposizione:

L’esposizione della raccolta di poesie “Decadi”, che mi è stata proposta dal Museo di Erba in seguito ai riconoscimenti ottenuti da due componimenti contenuti al suo interno ( pubblicazione da parte di Montedit Editore per “L’artista” e assegnazione del terzo posto al concorso “8 Marzo in 3D” per “La Regina”), e che vedrà la sua presentazione il 2 aprile alle ore 17:00, con sede nello stesso museo in Via Ugo Foscolo, 23, nasce da una riflessione globale sul post-modernismo e sulla centralità della parola nella società mediale, vista come unico mezzo per la riappropriazione dell’identità individuale e collettiva.
L’obiettivo è quello di rielaborare un tipo di poesia di stampo anticlassicista all’interno di una cornice contemporanea, caratterizzata dall’abbondante uso di luci a led su sfondo buio, dall’unione tra due discipline differenti ma così legate come la letteratura e l’illustrazione e dall’accompagnamento di musica ambient. Un insieme che si propone come esperienza multisensoriale che non si esaurisca nella sola lettura ma che venga percepita come uno schock fisico ed emotivo, al confine tra graphic novel e cinema.
Autori come Thomas Eliot, Don DeLillo e Paul Auster, registi come Refn e Cronenberg, ma anche band come Radiohead e Sigur Ròs saranno lo spunto di partenza per una riflessione che inserisca la raccolta di poesie all’interno di un discorso di più ampia scala, nei limiti delle possibilità di un ventunenne, sull’uso della lingua come legame tra sacro e profano, antichità e modernità e come espressione di un dolore universale in grado di percorrere le epoche: le decadi, appunto.
Un progetto che ha richiesto mesi di elaborazione e l’impegno di molti giovani (rigorosamente non professionisti), tra cui designers, ingegneri, musicisti, illustratori e scrittori, dotati di grande talento e alla ricerca di sbocchi artistici alternativi., che cerca di gettare dei semi per future iniziative e collaborazioni.

1 comment

  1. OL 12 Marzo, 2016 at 11:02 Rispondi

    Complimenti, davvero! Sono molto curiosa di vedere come uscirà il lavoro, per questo motivo sarò assolutamente presente il 2 aprile 🙂
    (Tra l’altro questo tuo progetto mi ricorda molto la mostra Hypothesis di Philippe Parreno che é stata allestita al Hangar Bicocca per due mesi, se non erro.)
    Un grande in bocca al lupo!
    OL

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