Fidel Castro

Fidel Castro è morto: Cuba es Libre (?)

Fidel Castro è morto. Non giovane, bello e rivoluzionario, come Che Guevara. Ma come 90enne dittatore in pensione che ha governato Cuba per più di 50 anni.

Nel 1959 Fidel Castro ed il Movimento del 26 di luglio prendono il controllo di Cuba e scalzano il dittatore filo USA Fulgencio Batista. Democrazia, terreni ed uguaglianza sono le parole d’ordine della rivoluzione, anche se il comunismo arriverà più tardi.

Appena preso il potere, la doppia faccia del regime comincia a mostrarsi con incarcerazioni ed esecuzioni dei dissidenti. Le nazionalizzazioni di banche e raffinerie straniere, così come l’alleanza e gli aiuti economici e militari dell’Unione Sovietica, portano gli Stati Uniti d’America ad imporre a Cuba un embargo commerciale, economico e finanziario.

Sperando di indebolire Fidel Castro e la Rivoluzione Cubana, gli Stati Uniti forniscono invece al regime un aiuto fondamentale per rimanere al potere per più di 50 anni: Cuba, piccolo bastione del socialismo, vs. gli USA, il mostro imperialista.

La fobia comunista americana spinge Cuba sempre più nell’orbita sovietica. La Baia dei Porci, il fallito tentativo USA di far cadere il regime invadendo l’isola con esuli cubani addestrati dalla CIA, porta Fidel a diventare un protagonista della Guerra Fredda. Nel 1962 Cuba permette così all’Unione Sovietica di installare missili nucleari sui propri territori, dando il via alla crisi missilistica che ha portato il mondo sull’orlo di una guerra nucleare.

Finita la Guerra Fredda e caduta l’Unione Sovietica, oltre che sparire gli aiuti economici russi, sparisce anche l’importanza politica di Fidel Castro. Che Guevara muore in Bolivia nel 1967 cercando di esportare la rivoluzione nel resto del sud America. Fidel cerca di fare lo stesso ma senza muoversi dalla sua isola: storica è la sua amicizia con il presidente venezuelano Chavez, che sostituisce l’URSS come fornitore di petrolio e aiuti economici.

Se dal punto di vista economico non ha avuto successi, dal punto di vista repressivo Fidel è invece riuscito a portare a casa diversi risultati. Dissidenti, giornalisti, attivisti, malati di AIDS ed omosessuali hanno sofferto il regime castrista, portando decine di migliaia di persone ad essere perseguitate, incarcerate e giustiziate. Dopo più di 50 anni di governo castrista Cuba è diventata un modello in miniatura del totalitarismo sovietico. E non solo in termini di fallimento economico.

Solo negli anni 2000 si vede qualche cambiamento in termini economici e politici. Quando Fidel decide di passare il potere a suo fratello Castro, vedi il percorso di disgelo iniziato con Obama nel 2016, iniziano ad arrivare nuovi dollari e turisti americani. Non si vedono però miglioramenti per la garanzia dei diritti civili e d'espressione. Invece, questa apertura sembra aver reso sempre più l’Havana simile a quella meta di turismo sessuale che era sotto la dittatura di Batista.

Quello che emerge dalla storia scritta e vissuta da Fidel Castro è la sua ambivalenza. Guida e vince la lotta contro la dittatura di Batista ma ne realizza una peggiore. Si contrappone all’imperialismo USA ma si schiera con l’imperialismo sovietico. Il suo regime incolpa l’embargo americano degli stenti vissuti dal popolo cubano ma si apre poi al turismo ed al dollaro USA.

L’ambivalenza di Fidel Castro rispecchia forse quella del socialismo nelle sue rappresentazioni più comuni. Le promesse e lo slancio della rivoluzione da una parte, lo scontro con la realtà e le mediazioni della realpolitik dall’altra. La figura ribelle e romantica di Che Guevara, e quella di dittatore solo contro il mondo interpretata da Fidel Castro.

O muori da eroe, o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo.

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