Uno degli aspetti che più mi infastidiscono della mentalità nostrana, perché lo trovo ingiusto, negativo e sterile, è la tendenza all'auto-denigrazione di molti italiani. Come se l'ignoranza fosse solo made in Italy o comunque riservata ad una sfortunata e ristretta cerchia di paesi, che naturalmente includerebbe la nostra penisola. Nei miei soggiorni all'estero ho avuto modo di imbattermi in una serie di clamorosi pregiudizi, a volte esilaranti e a volte fastidiosi, che riguardano proprio l'idea che alcuni stranieri di varie nazionalità hanno del paese italiano e dei suoi abitanti. Di seguito riporterò degli eclatanti esempi dell'ignoranza che regna oltre gli italici confini, sperando in questo modo di regalare una ventata di sollievo e di speranza ai connazionali demoralizzati.
1. Oldenburg, Germania. Dato che la studentessa che mi ha subaffittato la camera è di ritorno dal suo semestre negli Stati Uniti, faccio il giro del quartiere per trovare un'altra stanza libera in cui trasferirmi. Suono ad un appartamento che so per certo avere ancora un locale disponibile. Mi apre un giovane tedesco, studente di chimica. "Sono una studentessa Erasmus", mi presento. "Vorrei sapere se c'è ancora una stanza libera e se posso stare qui per tre mesi". Il ragazzo mi squadra attentamente. "Scusa la domanda, sono solo curioso, ma di dove sei?" "Sono italiana", rispondo. "Sì, ma i tuoi genitori di dove sono?", chiede lui. "Italiani anche loro. Perché?" "Non è possibile", scuote la testa il giovane. "Tu hai gli occhi verdi. E la pelle troppo bianca. Devi avere genitori non italiani, perché gli italiani sono tutti scuri". Mi viene la tentazione di ribattere che abbiamo smesso di buttare gli infanti con la carnagione e gli occhi chiari giù da una rupe per salvaguardare l'omogeneità del fenotipo italico, oppure che mi sono salvata per miracolo da una morte certa, ma questa stanza mi serve assolutamente, quindi mi limito a spiegargli diplomaticamente che il patrimonio genetico del popolo italiano è molto più vario di quanto immagini. Il culmine del suo stupore è quando gli confido che esistono addirittura italiani biondi e con gli occhi azzurri! "Ma tutti gli italiani che lavorano in pizzeria qua hanno gli occhi e i capelli neri", ribatte lui, ancora dubbioso.
2. Sydney, Australia. Nel locale in cui lavoro come barista entrano due chiassosi avventori australiani di mezza età. Mentre servo loro i caffè, gli uomini mi spiano con sguardi chiaramente interessati. "Di dove sei, bella fanciulla?", attacca bottone il più spigliato dei due. "Sono italiana". L'uomo scoppia a ridere. "Non ci credo affatto". "Perché no?" "Perché sei troppo magra", spiega l'altro, con aria perspicace e maliziosa. "Una non può essere così magra se si ingozza solo di pizza e spaghetti dalla mattina alla sera. Lo sanno tutti che in Italia non si mangiano verdure. E' scientifico, tu non puoi essere italiana".
3. Nelson, Nuova Zelanda. Sono seduta al tavolo dell'ostello, quando un taiwanese sui trent'anni mi chiede di dove sono. "Sono italiana". "Aaaahhh! Italia! Lo so, lo so, ho visto un documentario!", esclama lui entusiasta. "Dev'essere strano per voi vivere in case fatte così qui in Nuova Zelanda, vero?" "Non molto, perché?", chiedo stupita. "Ma perché in quel documentario ho visto che voi in Italia abitate in quelle case circolari, aperte dentro, tutte rotonde... hanno anche un nome, ma non me lo ricordo. Nel documentario lo dicevano...". Mi viene un'illuminazione improvvisa, ma spero di sbagliarmi. "Non starai mica parlando del Colosseo?" "Sì, esatto, brava, il Colosseo! Vivete in case parecchio strane voi italiani!"
4. Vari paesi, varie nazionalità, talmente tanti che non me li ricordo. Certe persone si stupiscono quando mi sentono parlare più lingue fluentemente. "Ma di dove sei?", chiede l'interlocutore di turno. "Sono italiana". "La tua madrelingua è l'italiano, quindi?" "Certo". "Complimenti", sorride cortese l'interlocutore di turno. "Per un'italiana non dev'essere semplice imparare altre lingue. Ho sentito che la vostra lingua è talmente facile che per voi imparare una qualunque altra lingua dev'essere una fatica terribile. Voi non siete abituati a pensare ed esprimervi in modo articolato. Rispetto agli altri italiani quindi tu devi essere intelligentissima". Vorrei ringraziarlo sarcasticamente per avermi appena descritta come il genio di una nazione di deficienti, ma per buona educazione mi trattengo.
5. Londra, Inghilterra. Un eccentrico signore inglese mi chiede di dove sono e cosa faccio nel suo paese. "Sono italiana e lavoro in un ufficio", rispondo. "Ah, sei italiana e non lavori in pizzeria?", chiede lui stupito. "No". "Ma come, gli italiani qua lavorano tutti in pizzeria. Come hanno fatto ad assumerti da un'altra parte? Perché in quell'ufficio hanno preso te e non un inglese?", insiste. "Perché per fare il mio lavoro bisogna sapere più lingue straniere, e non sono molti gli inglesi che le sanno. E poi sono una cittadina europea, ho anch'io il diritto di lavorare qui". "Ah", sospira lui, amareggiato. "E io che volevo invitarti da me stanotte e poi sposarti per farti avere il visto... Ma sei sicura che non ti serve il visto?"
6. Hobart, Australia. Un cinese con cui lavoro nei campi mi chiede di dove sono. "Italiana". "Ah, io vado matto per il Sud America!", gli si illuminano gli occhi. "Sud America?", chiedo sorpresa. "Ma certo, l'Italia è accanto al Messico, vero? Voi parlate spagnolo come i messicani". Sono in vena di scherzare oggi e decido di divertirmi. "No, ti sbagli, in realtà l'Italia è in Africa". "Ma tu non sei nera", ribatte lui. "E' che sono albina purtroppo", rispondo. Il cinese fa una faccia talmente dispiaciuta che mi sento in colpa e alla fine gli confesso che l'Italia è in Europa (e che non sono albina). "Ah, ma allora siete accanto all'Inghilterra!", esclama.
7. Vari paesi, varie nazionalità, talmente tanti che non me li ricordo. L'interlocutore di turno mi chiede di dove sono. "Italiana". "Oh, che bello, estate tutto l'anno! Ma cosa ci fai qui?" "Scusa, ma in Italia abbiamo quattro stagioni. Abbiamo anche l'inverno", lo correggo. "Oh, ma scommetto che la neve non c'è", ribatte l'interlocutore di turno. "In Italia nevica invece", rispondo. "Al nord abbiamo un clima continentale". Il mio interlocutore assume un'espressione stupefatta e delusa. Adesso però forse crede di capire come mai certi italiani si ostinano ad andarsene in giro con un'inconcepibile carnagione bianca e due assurdi occhi verdi...
