O dovrei dire alla tedesca?
Le architetture, i paesaggi e la sigla iniziale richiamano lo stile germanico, o austriaco che dir si voglia. Non che ne capisca molto di geografia a dire il vero, ma in questo cartone l’attuale mappa del mondo ha subito non poche variazioni. Perlomeno da un punto di vista demografico. Tutta l’umanità è difatti confinata dentro grosse mura in una sola area su tutto il pianeta.
Non siamo in mezzo ad un’evoluta epidemia zombie, ma quasi. Non si tratta di un contagio, ma di un vero e proprio sterminio. Fin dalla loro comparsa hanno iniziato a divorare umani su umani fino alla quasi totale estinzione.
Non si conoscono bene le cause storiche della loro apparizione sul pianeta né tantomeno chi abbia eretto le tre cerchia di mura concentriche Maria, Rose e Sina che separano il genere umano dal pericoloso mondo esterno. Esse dividono a sua volta il paese in tre diverse zone, dalla più periferica e abbietta fino alla parte centrale dove risiedono il re e la nobiltà.
Oltre al "sogno architettonico di Trump", a protezione delle città vi sono tre gruppi militari divisi in base alle loro zone d’azione. Ed ecco che arriviamo ai protagonisti di questa serie Eren, Mikasa ed Armin, tre amici d’infanzia arruolati insieme nell’Armata Ricognitiva, quella di pattuglia esterna alle mura. Ognuno con i propri interessi e i propri sogni, giocheranno un ruolo importante nella battaglia contro quelli alti e stupidi. Dico stupidi perché la maggior parte di questi giganti risulta piuttosto imbarazzante a vedersi: ciondolano come degli ebeti e hanno delle espressioni da ebete.
Possiamo trovare una vasta gamma di giganti, dai classici imbecilloni che pensano solo a mangiare le persone e che variano dai 3 ai 15 metri di altezza, contro quelli dotati di capacità fisiche e intellettive superiori alla media. Uccidere questi mostri non è impresa facile, statura a parte, hanno il potere di rigenerarsi rapidamente e anche se decapitati continuano imperterriti a muoversi. L’unico punto che li può fermare in un colpo secco si trova sulla nuca. E non basta un bel coppino. Quello li fa solo più incazzare. Un taglio a V, come per abbattere gli alberi, e questi vengono giù come… come… sequoie.
Per arrivare fin sul collo l’esercito è dotato di un’attrezzatura chiamata Modulo di Spostamento Tridimensionale in grado di lanciare rampini e gettare gas dal sedere (non per via fisiologica) così da riuscire a muoversi rapidamente in aria come tanti piccoli Spiderman. Questa imbragatura invidiata dagli addetti alla potatura (ho un amico giardiniere che s’è guardato tutta la serie solo per questo motivo) è munita anche di porta lame di ricambio per le spade. Pensa come sarebbe facile sfrondare il tuo maggiociondolo senza dover prendere la scala o star lì a scendere tutte le volte a cambiare attrezzi. Tutta un’altra vita con la Manovra Tridimensionale.
La storia è senza ombra di dubbio interessante, ottimi colpi di scena e colpi di nuca. L’animazione è una delle più belle degli ultimi tempi e sembra continuare a perseguire su questa strada anche nella seconda attesissima stagione, in uscita in Giappone il prossimo aprile.
Di contro abbiamo i classici momenti lenti: monologhi interiori di due ore dove dicono sempre la stessa cosa con frasi diverse, magari mentre si sta lottando; lunghe discussioni pacate proprio mentre si sta facendo un’adrenalinica fuga per la salvezza; esitazioni e timori dei soldati durante le battaglie svaniti dopo solo un incoraggiante discorso di mezza giornata del figo o della figa di turno.
In definitiva vale la pena buttarci un occhio, se già non l’avete fatto.
Consigliata a chi ama il sangue, potare le piante e schiacciare i chihuaua.
Sconsigliata a chi odia i cartoni animati.
