Martedì 12 Settembre 2017. La Camera dei deputati approva il disegno di Legge Fiano. La proposta, che dovrà passare anche dal Senato, rende reato l’apologia e la propaganda fatta tramite i simboli del fascismo. A più di 70 anni dalla caduta del regime di Mussolini è necessaria una legge come questa?
Un'estate nera
Andiamo indietro al Luglio 2017. Notizia che ha riempito pagine e trasmissioni tv è stata quella dello stabilimento balneare di Punta Canna, altresì conosciuto come la spiaggia fascista di Chioggia. Qui il proprietario Gianni Scarpa ha condito la spiaggia con bandiere, cartelli e poster che inneggiano al regime fascista, alla sua dottrina ed ai suoi ideali. La notizia crea una bufera mediatica che però si sgonfia sotto il sole estivo. Le cronache non sono state però capaci di rispondere ad una delle domande fondamentali che molti si sono posti: se i poster del Duce fossero presenti anche la dove sarebbero stati più utili, ovvero nei bagni.
Altro passo indietro. Tre settimane fa vi abbiamo parlato di Don Biancalani, il prete toscano a cui Forza Nuova ha deciso di controllare le messe. Dopo un post su Facebook dove il prete di Pistoia attaccava razzisti e fascisti pubblicando alcune foto di giovani immigrati da lui ospitati in una piscina, Forza Nuova Toscana ha sentito il dovere di controllare la dottrina del parroco, partecipando alla sua messa del 27 Agosto scorso.
3 Settembre 2017. Con un post Facebook Forza Nuova annuncia la Marcia dei Patrioti: raduno per protestare contro il Governo Gentiloni, lo Ius Soli e gli immigrati cattivi. Il leader forzanovista, Roberto Fiore, ha tenuto a precisare il carattere patriottico e filo italiano della manifestazione. Piccolo particolare: l’evento, organizzato per il 28 Ottobre, coincide con il 96esimo anniversario della Marcia su Roma del 1922, anno in cui gli storici fissano l’inizio del regime fascista.
Il Parlamento reagisce
Dopo un’estate nera come questa, qualcosa sembra essersi mosso. Il 12 Settembre scorso la Camera dei Deputati da il suo via libera al disegno di Legge Fiano che propone l'introduzione del “reato di propaganda del regime fascista e nazifascista”. La proposta, che prende il nome dal primo firmatario On. Emanuele Fiano del Partito Democratico, introduce nel codice penale l’art. 293-bis:
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque propaganda i contenuti propri dell'ideologia del Partito fascista e del Partito nazionalsocialista tedesco, ovvero dei relativi metodi sovversivi del sistema democratico, anche attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero fa chiaramente propaganda richiamandone pubblicamente la simbologia o la gestualità, è punito con la reclusione da 6 mesi a un anno.
La pena di cui al primo comma è aumentata di un terzo se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici.
Oltre le ovvie proteste dei gruppi e partitini neofascisti, la proposta di legge ha attirato anche le critiche delle principali forze di opposizione. Il Movimento Cinque Stelle la definisce liberticida, Forza Italia, tramite l’On. Brunetta, lancia la provocazione proponendo di punire anche la propaganda di comunismo. Le critiche però arrivano anche da chi sostiene che la criminalizzazione di tali comportamenti potrebbe rafforzare l’adesione a tali ideologie. Anche dal punto di vista costituzionale potrebbero poi sorgere dei problemi. La Legge Fiano infatti potrebbe andare incontro ad incostituzionalità per incompatibilità con l’art. 21 della Costituzione, quello che sancisce il diritto alla libera manifestazione del pensiero.
Ma la Legge Fiano non è stata la prima legge dell’ordinamento italiano a perseguire l’apologia di fascismo. La Legge Scelba del 1952, oltre che vietare e punire la ricostituzione del Partito Fascista, punisce anche «chiunque pubblicamente esalti esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche». Nel 1993 la Legge Mancino è andata a mettere di nuovo mano sull’argomento, punendo con la reclusione o una multa chiunque propaganda idee o istiga a commettere atti fondati sulla superiorità, sull'odio razziale, etnico, nazionale o religioso.
La necessità della Legge Fiano quindi, approdata in Parlamento nel 2015, emerge per intervenire su quei casi non ricompresi nelle norme sopra citate, o nei casi in queste non sono state applicate a causa di scelte giurisprudenziali di manica forse un po’ larga.
Il riferimento all’aumento di pena nel caso in cui il fatto venga commesso usando mezzi informatici (leggasi Internet) è una spia del tentativo del legislatore di aggiornare ed allargare il campo della vita pubblica in cui determinati comportamenti vengono realizzati (leggasi i Social). La proposta di legge poi colpisce anche coloro che producono e commerciano gadget come busti, fasci littori e materiale che si ispira al Partito Fascista e Nazionalsocialista.
Rischi della Legge Fiano
La legge, così come è stata approvata, non sembra specificare dove finiscano la libertà di pensiero e di opinione, e dove inizi il reato di apologia di fascismo. Tale mancanza di precisione ha portato l’On. Fiano a pubblicare un chiarimento sulla sua pagina Facebook in cui allontana le accuse di caccia alle streghe e smonta le critiche di chi, soprattutto da destra, piange alla futura distruzione del patrimonio architettonico e culturale di epoca fascista.
Sappiamo che il legislatore italiano spesso non è preciso, puntuale o efficiente. Un provvedimento come la Legge Fiano ha però la funzione ideale di anticorpo contro il propagarsi di determinate idee e ideologie. Punire l’opinione è si sbagliato, tutti abbiamo paura che ciò avvenga. Tutti abbiamo il timore di svegliarci in uno Stato che decide come e cosa pensare. Ma ricordiamoci che questi provvedimenti nascono proprio come reazione a certe ideologie, come quella fascista, che nemmeno 80 anni fa diceva agli italiani cosa pensare, chi uccidere e per cosa morire.
Cercando online qualche punto di vista diverso dal mio sono incappato sul sito ufficiale di Forza Nuova. Con pochi click potete trovare il loro programma politico riassunto in 8 punti. Al numero 7 leggiamo:
Forza Nuova sollecita l’abolizione delle leggi liberticide conosciute come Mancino e Scelba, espressioni normative di una cultura dominante che tirannicamente impedisce pensiero ed azione, volti alla difesa della nostra storia nonché del patrimonio culturale e religioso del nostro Paese.
La Legge Scelba, ricordiamolo, vieta proprio la ricostituzione del Partito Fascista.
“Il fascismo non è un’opinione, è un crimine” diceva Giacomo Matteotti. Forse sarebbe il caso di renderlo tale per legge prima che il crimine venga compiuto. Di nuovo.
