Rivoluzionari di tutto il mondo, unitevi!

Il non voto è un diritto dell'italiano medio, intento a combattere la propria battaglia personale attraverso l'astensione; e noi poveri imbecilli che muoviamo il culo ogni volta, siamo i soliti bacchettoni utopisti, servi del potere che ci vuole schiavi, illudendoci attraverso questa inutile forma democratica, di essere liberi e consapevoli, attivi nel voto e inutili nella sostanza. Da una settimana sono in attesa della rivoluzione acclamata a colpi di click dopo l'astensione al referendum sulle trivelle, ma a parte le bottiglie vuote, i libri e i fumetti sparsi per l'appartamento, non vedo nulla. Anzi, mi sbaglio, il disastro ecologico di Genova ancora grida vergogna, e come direbbe Totò: "E io pago!" Ma la storia ci ha insegnato che tutti i grandi movimenti sono inizialmente clandestini, attraverso libero scambio di volantini, manifesti, cultura e utopia porta a porta, o meglio, cantina a cantina, covi segreti dove far circolare idee nuove e nuove azioni di protesta. Eppure qualcuno lo conosco anch'io che fa così, che organizza cioè spazi e modelli trasversali alla cultura di massa, attraverso anche la creazione di prodotti che sfidano le leggi, fottendosene del legale o meno; legale è sinonimo di moralmente corretto? Però la questione ora è un'altra, cioè far valere un proprio diritto, donatoci da secoli di battaglie, trasformazioni sociali, cambiamenti, guerre, morti; la storia, banalmente, sappiamo che si ripete, cambiando semplicemente forma e attori protagonisti a seconda delle epoche che attraversa. Il 900 è però dietro l'angolo, lontano nei valori e nelle lotte che lo hanno attraversato, pregno di contraddizioni da superare, ma anche di diritti che ora sembrano scontati, tanto da cagarci sopra senza tirare lo sciacquone: il suffragio universale, la parità di diritti dei neri, l'apartheid, il divorzio, l'aborto, le otto ore lavorative, la malattia sul lavoro, la pensione, ecc..Oggi abbiamo lotte diverse da portare avanti, i valori morali non sono evoluti con i tempi (esistono ancora i nostalgici di destra e sinistra) e sostanzialmente il menefreghismo prende il sopravvento sul senso critico, sulle azioni da compiere, sui diritti e doveri di un popolo evoluto. Con il nostro tacito assenso, ci stanno spogliando della cultura, del lavoro, del presente; esistono però associazioni territoriali, piccole realtà a difesa del territorio che resistono come ultimi baluardi della legalità, dell'arte, dell'ambiente e della cultura in generale. Le leggi esistono, ma valgono solo per noi poveri cristi, ma nonostante intimidazioni, soprusi e manganellate, questi piccoli eroi vanno avanti dritti per la loro strada, senza il supporto di nessuno; l'utopia avanza a piccolissimi passi sudati, senza che praticamente intorno a loro muti qualcosa. Il voto sulle trivelle, ad esempio, per loro era importantissimo, il supporto degli italiani contro la prepotenza delle lobby che quotidianamente ci sputano in faccia il loro distaccato vaffanculo. Tanto non cambia nulla. Sono abbastanza realista da sapere che il destino delle cose non cambia attraverso una croce, ma passa attraverso questo diritto; nel caso specifico dell'ultimo referendum, sarebbe stato un traino importante per far rispettare anche quello sull'acqua del 2011, dove ad oggi è rispettato solo nel comune di Napoli. I comitati cittadini ringraziano. La protesta è toglierci un diritto? Oppure restare a guardare? Ho ancora nitido il discorso del Presidente del Consiglio, che tronfio insultava noi poveri idioti, forte della vostra astensione. Ognuno faccia quel che gli pare, ma abbiate la decenza di non lamentarvi, perché senza far nulla non può cambiare nulla, e la tanto agognata rivoluzione mi sembra il delirio di coloro che non hanno voglia di fare un cazzo, la giustificazione a portata di click.

Se penso alla nostra tragica e recente Storia, le reazioni dei giovani di oggi mi fanno davvero schifo. Circa 70 anni fa, migliaia di venti-trentenni (e non solo) hanno sacrificato la propria vita x permettere il libero voto a quelli che oggi giustificano la propria pigrizia o ignoranza con frasi vuote e di comodo. Questi si meriterebbero di vivere nella dittatura, così, invece di trascorrere i week-end nei centri commerciali o davanti a Sky, celebrerebbero il sabato fascista con la divisa e senza possibilità di dire no!

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