“The Elevator”

Come ogni sera Jack Tramell - celebre presentatore di un quiz televisivo seguitissimo dal pubblico americano - prende l’ascensore per arrivare nel suo appartamento. Durante la salita entra anche una donna con occhiali scuri e cappello, la quale all’improvviso lo immobilizza e arresta l’abitacolo tra un piano e un altro. Ha così inizio un drammatico confronto tra Jack e la sconosciuta, intenzionata a torturarlo pur di sentirlo confessare la sua responsabilità su un preciso crimine accaduto in Brasile. Il presentatore, suo malgrado, diventa per un’intera notte ostaggio e vittima della donna che adatta al proprio tragico fine le regole e la struttura del quiz. Ma qual è la verità? E chi è il vero colpevole?

L’azione si svolge in tempo reale; lo spazio diviene presto claustrofobico portanto anche il pubblico a sentirsi ingabbiato nell’ascensore quasi con le stesse ansie, angoscie e paure di Jack. Il film è stato girato interamente negli U.S.A. da un giovane regista esordiente siciliano. Curiosa la genesi della pellicola: Massimo Coglitore, non essendo riuscito a trovare interesse intorno al soggetto, si reca a New York, dove nel 2013 riesce a dare alla luce il suo progetto. Finora gli incassi si sono rivelati interessanti sia in America, sia in Austria, Germania ed altri stati europei. In pratica, un’occasione persa per il cinema italiano! “The Elevator” è un thriller psicologico, girato interamente in inglese, nel quale la direzione tricolore non sfigura per nulla.

Bravi tutti gli interpreti, capaci di dotare ogni personaggio principale della giusta dose di ambiguità: da Caroline Goodall a James Parks, al “caro vecchio” Burt Young. Il film dura 93 minuti.

Consigliato a: chi ama i film angoscianti, senza effetti splatter, dove lo status dello spettatore coincide con quello dei protagonisti delle vicende narrate. Voto: 7,0.

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