Spesso ci capita di essere davanti non a veri e propri capolavori, ma a piccole creazioni capaci di emozionare, stupire o, se vogliamo essere più poetici, toccarci nel profondo. Che sia una libro, un film o un quadro non è importante, ma è decisamente strano quando succede giocando a un videogame.
Unravel è un gioco meraviglioso, non un capolavoro, ma bello esteticamente, e in qualche modo è riuscito fin da subito a creare un legame con me, ed in pochi minuti mi ha ricordato la leggenda de "Il filo rosso del destino" e il film di Takeshi Kitano: Dolls, che se non avete visto vi consiglio di recuperare (attenzione Dolls del 2002 e non l'horror anni 80).
Unravel è un platform puzzle, sviluppato da Coldwood Interactive e pubblicato da Electronic Arts a febbraio 2016 per PlayStation 4, Xbox One e Microsoft Windows.
Il gioco inizia con l'inquadratura di un interno, una casa calda dove una signora anziana salendo le scale con il cesto del cucito perde un gomitolo di lana rossa; presumibilmente da questo gomitolo si crea un esserino antropomorfo di nome Yarni, il quale avrà il potere di entrare nei momenti più importanti della vita degli abitanti della casa tramite le fotografie, e recuperare dei ricordi perduti (questo è quello che ho capito/intuito giocando).
Si perché nulla ci verrà spiegato, ma il tutto dovremo intuirlo tramite il video introduttivo e giocando. Il videogame si sviluppa come un platforme e puzzle game strettamente legato con la fisica, infatti il nostro personaggio non solo è fatto completamente di filo, ma ha anche l'estremità legata alla "casa" da dove è partito, quindi camminando perderà fisicità fino a che non potrà andare più avanti per non disfarsi completamente; in nostro aiuto troviamo in varie zone dei rocchetti dove potremo recuperare un po' di spago; lo stesso spago potremo usarlo per creare ponti, scendere dalle pendenze e usarlo come frusta o rampino.
Durante ogni livello Yarni incontrerà dei ricordi, che appaiono come immagini sfuocate sullo sfondo, fino ad arrivare alla fine del livello dove potremmo trovare delle "medaglie" di panno rosso; sia i ricordi che le medaglie andranno ad adornare un album di foto che troveremo nella pagina di selezione dei livelli.
I nemici sono gli animali delle varie ambientazioni, e sia la fauna che il panorama sono stati creati con dettagli eccezionali, quasi si rimane a bocca aperta ogni volta che gli elementi di un livello interagiscono con noi, anche l'audio è studiato alla perfezione immergendo completamente il giocatore in questo mondo.
Da notare sono anche i favolosi atteggiamenti e conseguenze che Yarni subisce a causa dell'ambiente circostante. Infatti, se finisce in acqua, il nostro personaggio si gonfierà come una spugna piano piano fino a non riuscire muoversi, si spaventerà quando ci saranno rumori forti, subirà il freddo e il vento, la felicità e la tristezza, in maniera davvero realistica, creando un pathos e un'empatia con il giocatore così forte che raramente ho visto e provato con titoli considerati "più importanti" e di spessore.
Molto interessante è anche il cambiamento che subisce l'ambiente man mano che andiamo avanti nei livelli: se i primi sono estivi, allegri e avvolti nella natura delle foreste, piano piano andremo verso a panorami sempre più scuri e industrializzati.
Unravel non è un gioco dalle tematiche complicate, è semplice e quasi infantile, tanto che la comunicazione tra il gioco e lo spettatore è dato completamente dalle immagini e dalle pochissime frasi che troveremo scritte nell'album fotografico. Ma, come tutte le cose belle, non ha bisogno di parole per comunicare con noi, come succede ad esempio con gli sguardi complici tra due persone. Per concludere credo che Unravel sia un'esperienza videoludica da non farsi perdere, perché è uno dei pochissimi giochi che ha davvero un mondo di citazioni, emozioni e piacere visivo che non hanno bisogno di spiegazioni o di architetture complicate, ma semplicemente comunicano direttamente con le esperienze che ognuno di noi ha provato e vissuto, che sia essa una vacanza al mare o un lutto.
" The yarn that makes up Yarny represents love, and that the character unravels as they travel away from what they love" Martin Shalin (direttore creativo di Unravel)
Se volete creare il vostro Yarni qui trovate una guida su come costruirlo in casa. Link

Quand’ero piccolo i miei genitori hanno cambiato casa una decina di volte. Ma io sono sempre riuscito a trovarli!