Siamo all'Una e Trentacinque Circa, locale di culto per tutti i "musicofili" lariani e brianzoli; sono le 21.00 di sera non c'è molta gente, ma il vuoto intorno a noi è solo dovuto all'orario. Decido di prendermi una birra e rilassarmi un attimo prima di godermi il concerto; presa la pinta mi dirigo nella sala sul retro, ed è proprio lì che succede una delle cose che mi fa capire sin da subito che tutto andrà per il meglio. Una figura minuta come un folletto, bardata fino alla testa con due buffi baffi, mi guarda da un tavolino; stringo gli occhi per mettere a fuoco (sono miope) e scopro che quel folletto è in realtà Wallis Bird munita di mustacchi posticci. Tento di trattenere le risate ma alla fine, rosso come un peperone, mi scappa un sorriso e lei che nota il mio imbarazzo misto a divertimento ricambia la risata.
Siamo davanti a un'artista strabiliante, tornata per presentare il suo nuovo album Home uscito a settembre del 2016, che dal titolo sembra il giusto passo dal suo predecessore Architect del 2014. A differenza del precedente, Home sembra essere un lavoro molto più intimo ed emozionale; non intendo dire che sia più maturo, a mio parere la nostra giovane cantautrice classe 1982 è già molto matura, infatti ancora una volta porta sul palco una musica che non tradisce il suo stile, ma riesce a essere fresco, rigenerante e sperimentale.
Il concerto inizia poco dopo le 22.00, subito dopo Sam Vance-Law, Wallis decide di metterci subito a nostro agio, sorride scherza con noi e decanta la cucina italiana, in particolare il limoncello. Poi arriva il momento di iniziare con la musica, o meglio con la magia. Love è la canzone che apre le danze di questa serata tratta direttamente dall'ultimo album, Wallis è piccola ma fin da subito si fa sentire, e si fa sentire bene! E stupisce sempre come riesca ad essere così piccina e così forte. Il suo sound è percussivo, aggressivo e straziante, ma nello stesso tempo è caldo e avvolgente come un coperta, o come un buon whisky... ovviamente irlandese. La band formata dall'instancabile compagno di musica Aidan (clarinettista e unico strumentista che ho visto sempre con lei ad ogni live), il già citato Sam Vance-Law e la polistrumentista Emma Greenfield accompagnano la cantante ogni sua canzone con armonie eccezionali.
Il concerto continua tra sudore, risate ed emozioni. Wallis è instancabile, canta Control, Change, Seasons passando anche per brani dei suoi precedenti album come I Can Be Your Man, e ci delizia con alcune chicche per farci prendere fiato come l'improvvisata I Just Want To Make Love To You di Etta James e Eye Of The Tiger dei Survivor usata per accordare la chitarra. Ma, continuando a parlare di cover, la sua versione live di Teardrop dei Massive Attack è stato, forse, uno dei momenti più toccanti della serata.
Due ore di concerto, con lei piccola e forte, che ancora stupisce come riesca a suonare la chitarra destrorsa girata alla mancina (causa di un incidente che l'ha lasciata priva di alcune dita) in quel modo unico, che si percuote il petto, che scalcia sulla pedana microfonata (pedana che mi è servita anche per poterla vedere decentemente sul palco), che si commuove, che ride e che canta, e quando canta riesce a far vibrare le corde dell'anima. E lei non si ferma, sembra instancabile, finché non arriva quel momento in cui tutto il gruppo scende dal palco e si siede al bancone del bar e, spalleggiandosi e abbracciandosi, intonano In Dictum a cappella; mentre la cantano, senza amplificazioni, si guardano con sguardi complici, e si girano a guardarci con gli stessi occhi di chi si sente a casa, tra amici che non vedono da tempo. Un bel momento che dimostra che bisogna avere molto tatto quando si parla di statura e levatura, perché ciò che può fare un'artista piccola come Wallis è far stringere il cuore anche a un uomo di oltre un metro e ottanta come me.
[Due anni fa abbiamo avuto l'occasione di farle alcune domande, l'intervista la trovate qui]

Quand’ero piccolo i miei genitori hanno cambiato casa una decina di volte. Ma io sono sempre riuscito a trovarli!